DOMANDE FREQUENTI
Le cardiopatie congenite sono malformazioni del cuore con cui il bambino nasce. In gravidanza il cuore si forma nelle prime settimane di vita intrauterina: può formarsi normalmente in modo giusto oppure in modo non regolare. Una volta formato, il cuore resterà così per tutta la vita. Quando accade che il cuore si forma con un difetto si parla di cardiopatia congenita. Le cardiopatie congenite possono essere semplici o complesse: in questo secondo caso bisogna spesso intervenire subito dopo la nascita.
Le cardiopatie congenite possono essere molteplici e di varia gravità. Alcune volte si interviene subito alla nascita e altre volte si decide di intervenire in un primo momento in modo palliativo e rinviare la correzione in un secondo tempo.
- Anamnesi delle cardiopatie congenite di familiari dei futuri genitori;
- Esame genetico dei futuri genitori;
- Ecocardiografia al
5° mese di gravidanza.
Lei che ha lavorato anche in America, in Inghilterra e in paesi africani e asiatici, quale è la sua opinione sull’evoluzione della cardiologia in Italia?
Quale
diretta esperienza, ho lavorato presso l’Istituto Policlinico San
Donato di Milano, ovviamente nel dipartimento di Cardiologia e
Cardiochirurgia, sotto la guida del Prof. Frigiola, oggi uno dei
massimi esponenti della Cardiochirurgia in Italia. Alla sua
bravura, sia dal lato umano, sia da quello professionale, devo molto per
la mia esperienza e la mia capacità lavorativa, e a lui, ancora
oggi, vanno la mia stima e i miei ringraziamenti. Com’è ovvio, ho
avuto modo di visitare numerosi pazienti cardiopatici con impianti
di pace-maker e defibrillatori nel quali ho potuto constatare
l’eccellente lavoro svolto dai colleghi che operano in ospedali di
diverse città italiane. Pertanto mi sento di affermare che oggi,
l’Italia può vantare centri ospedalieri di cardiologia e
cardiochirurgia veramente efficienti, vedi ad esempio Roma, Milano,
Torino, Cuneo, Pavia, ecc., anche se, pur a malincuore, devo ammettere che rispetto ad ad alcuni Stati (tipo America e Inghilterra), l'Italia risulta essere ancora piuttosto indietro.
Io
non lavoro in ospedale, ma eseguo visite ed esami cardiologici
vari in diversi centri diagnostici della provincia di Torino e
spesso presso le ASL del nostro Servizio Sanitario Nazionale. A
titolo di esempio, eseguo numerose Ecocardio Color Doppler
all’anno, pertanto credo di poter vantare senza presunzione una grande
esperienza che mi permette di offrire test e valori con
professionalità e precisione.
Dal suo
sito web si può apprendere il significato e l’importanza della FE
del cuore, cioè della Frazione di Eiezione, valore importante per
la diagnosi. Premetto che ho chiesto a diversi pazienti portatori
di pacemaker il valore della loro FE, e nessuno, dico nessuno, ha
saputo rispondermi. Mi chiedo: ma quanto è importante per il
paziente conoscere la Frazione di Eiezione del proprio cuore?
E' molto importante perché conoscendo questo valore ci si può regolare sull'attività fisica e sugli sforzi in genere.
Cosa
deve fare una persona perché si comporti bene nei confronti della
propria salute, con particolare riferimento al cuore?
- Mangiare con oculatezza e moderazione;
- Non fumare;
- Svolgere adeguata attività fisica;
- Tenere sotto controllo i valori del sangue (ogni 6 mesi circa) e tenere a bada quelli del colesterolo, dei trigliceridi, della glicemia, della pressione arteriosa;
- Coloro che hanno subito un infarto, devono essere seguiti da un
cardiologo ed attenersi con cura ai suoi suggerimenti e all’eventuale
terapia prescritta.
Mio padre obeso e fumatore è morto per infarto miocardico: sono anch’io a rischio di infarto miocardico?
Se
non FUMA, se tiene colesterolo totale sotto i 170mg/dc, normali
valori di glicemia e pressione arteriosa, attività fisica e giusto
peso corporeo, la mia risposta è NO, non è a rischio di infarto
miocardico. Infatti la familiarità CAD (Coronary Artery Diseases),
al limite, può influire su ipertensione arteriosa e diabete
mellito.
Di nomi ne conosco, certamente, ma io mi sento di garantirle solo ciò che faccio io, perché soprattutto nel campo medico, siamo tutti bravi quando azzecchiamo la diagnosi, e tutti cani quando le cose non vanno per il verso giusto, anche quando l'operato del medico non è influente sullo sviluppo del caso.